Constantijn Huygens (L’Aia, 1596-1687) fu uno scrittore, compositore e diplomatico olandese durante il secolo d’oro (Gouden Eeuw) dei Paesi Bassi, nonché padre di Christiaan Huygens, scienziato al quale si deve, tra le altre cose, la prima osservazione degli anelli di Saturno.
Durante la sua intensa attività di segretario dello statolder Federico Enrico d’Orange, Constantijn fece costruire una tenuta a Voorburg, appena fuori l’Aia, che chiamò Hofwijck. Qui Constantijn sperava di trovare un luogo di fuga (wijck) dagli impegni di corte (hof).
Tra le attività di svago favorite da Constantijn Huygens, vi era anche la scrittura di lettere ad amici e familiari; questa raccolta, pubblicata nel 2022 in nederlandese, consta di non meno di 9000 lettere, che Constantijn stesso autorizzò i figli a rendere pubbliche nel suo testamento.
In particolare dalla sua corrispondenza con Dorothea van Dorp, amica d’infanzia e vecchia fiamma, traspare l’interesse di Constantijn Huygens per i cani: nel 1624, Dorothea scrive a Constantijn che uno dei cuccioli dateli da un’ambasciatrice è morto; presumibilmente era un cane destinato a lui, perché Dorothea prosegue dicendo che gli avrebbe anche mandato uno dei cani grandi di suoi fratello, ma non sapeva come spedirlo (lettera edita da J.A. Worp, nr. 248).
Non si sa come si sia conclusa la faccenda del cane nel 1624; tuttavia, sappiamo per certo che Constantijn Huygens era un amante dei cani. A Hofwijck, infatti, si trova la tomba risalente al 1682 di un cagnolino di nome Geckie. Non se ne trova traccia nelle lettere, ma Constantijn deve essergli stato molto affezionato, poiché gli dedicò due epitaffi, il primo dei quali è inciso su una lapide commemorativa (posta molto più recentemente) nel giardino della tenuta:
Dit is mijn Hondjes Graf:
Questa è la tomba del mio cagnolino:
Ick segger niet meer af.
Als dat ick wenschten (en de Werld waer niet bedurven)
Dat mijn kleine Geckje leefde en all’ de groote sturven.
Hofw. 25 Oct.
Di più non dico.
Se non che vorrei (e il mondo non ne nuocerebbe)
Che il mio piccolo Geckje vivesse e tutti i grandi perissero.
Hofwijck, 25 ottobre [1682]
Il secondo epitaffio, composto il giorno succesivo, recita:
Klein Geckje light hier in: wat gaev’ ick groote Gecken,
Qui giace il piccolo Geckje: come sacrificherei dei grandi sciocchi,
Waer’t doenlijck, om het uijt den dooden op te wecken!
Want van de grooten is ‘tgetal oneindelijck;
Maer, mijn schoon Geckje lief, waer vind’ ick uws gelijck?
Hofw. 26. Oct.
Per poterlo resuscitare dai morti!
Poiché di grandi ve n’è un’infinità;
Ma, caro mio bel Geckje, dove lo trovo uno pari a te?
Hofwijck, 26 ottobre [1682]
Il secondo epitaffio inizia con un gioco di parole tra il nome del cane Geckje, che si può tradurre come “pazzerello” nel significato nederlandese settecentesco di giocoso, che strappa sempre una risata, e i grandi definiti gecken, ovvero “sciocchi, incompetenti”.
Per i “grandi” a cui Constantijn fa riferimento in entrambi gli epitaffi, si intendono le persone importanti del mondo con cui Constantijn aveva regolarmente a che fare per via della sua attività diplomatica.
Purtroppo non è possibile ricostruire con esattezza quanti cani o altri animali domestici abbia avuto Constantijn Huygens, ma Geckje aveva certamente un posto speciale nel suo cuore e, grazie ai componimenti a lui dedicati, resterà sempre nella nostra memoria.
Bibliografia di approfondimento
Davidson, Peter and Adriaan van den Weel (eds.). 2015. A Selection of Poems of Sir Constantijn Huygens (1596-1687). Amsterdam: Amsterdam University Press.
Huysman, Ineke & Ad Leerintveld. 2022. Constantijn Huygens – Een Leven in Brieven. Soest: Uitgeverij Catullus.
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